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Shmuley Boteach dice di MJ
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Shmuley Boteach dice di MJ
Ho trovato quest'articolo dove vi sono le frasi che colpiscono di più de ''il libro che Michael Jackson avrebbe voluto farti leggere'' (io l'ho letto):
«È come se il mondo non volesse ammettere l'umanità di Michael Jackson. Anche il suo funerale è stato trasformato in un grande evento, trattato come un concerto. Michael non è stato pianto come un uomo».
Ecco una delle tante frasi incisive di Shmuley Boteach, ex confidente della pop star, che proprio a lui aveva chiesto dieci anni fa di scrivere un libro in cui svelarsi. Ma sono molti i ricordi e i pensieri espressi dal rabbino nel corso della Michael Jackson European Convention, tenutasi domenica 14 febbraio a Milano: «Michael non si era mai sentito amato, era la pop star più grande del mondo e aveva fatto tutto questo solo per sentirsi amato». Ma anche: «La cosa più importante per lui erano i bambini, e i suoi figli. Il ricordo più bello? La festa del Ringraziamento a casa mia, solo la mia famiglia e lui con i figli Paris e Prince. Guardammo cartoni animati e poi andammo al cinema a vedere Toy Story. Lui non riusciva a smettere di ridere. Come un bambino. Era liberatorio». Infine, «Michael era un'anima bella, delicata» che «Adorava il padre, ne parlava continuamente. Anche se i fan non ci credono. Ma è questo il punto del libro: la forza delle sue parole»...
Il libro è Il libro che Michael Jackson avrebbe voluto farti leggere, un titolo impegnativo per un libro frutto di 30 ore di conversazioni registrate tra agosto 2000 e aprile 2001. Il suo autore dice di avere solo voluto rivelare il Michael Jackson autentico, l'amico genuino e innocente, che però a un certo punto si è allontanato perché non sopportava più le critiche al suo stile di vita. «Ricordo ancora - racconta Boteach - il giorno in cui il suo manager mi allontanò. Mi disse che io volevo farlo diventare una persona normale, mentre Michael era una star proprio perché non era normale».
Era la primavera del 2001 e da allora i rapporti tra i due si interruppero e il libro rimase in sospeso.
Fino alla tragica scomparsa del re del pop. E alla pubblicazione.
Si è mai sentito in colpa per non aver insistito nell'aiutare Michael Jackson?
«Dio solo sa quanto ci ho provato. Quando ho saputo della sua morte, un amico comune subito mi ha scritto dicendomi "Non sentirti male, so quanto ci hai provato".
Michael evidentemente a un certo punto ha realizzato che non poteva fare ciò che gli chiedevo. Quindi quello che provo è dispiacere, perché la sua vita è finita così presto, in modo così tragico. Lui era una persona speciale».
Non ha mai cercato, dopo la vostra rottura nel 2001, di riprendere i rapporti?
«A distanza magari ci mandavamo dei saluti, delle frasi cortesi, ma niente di più. E ormai Michael era circondato da persone che gli davano sempre ragione.
Se penso che se la nostra amicizia fosse proseguita ora lui sarebbe in vita? Certo, ci penso spesso.
Non perché io sia una persona speciale. Sono una persona normale, che gli dava semplici consigli di buon senso. E credo che gli siano serviti. Almeno nei due anni in cui eravamo uniti».
Lei ha parlato moltissimo del rapporto di Michael con i bambini, di quanto lui stesso fosse simile a loro come innocenza. Ma nel libro scrive che lasciava giocare i suoi figli con Michael, Paris e Prince "sotto sorveglianza". Perché?
«Se credo che Michael abbia molestato un bambino? No, non lo credo per un solo istante. Ma Michael ha ammesso di avere diviso il letto con un bambino, una volta. Sono cose che non si fanno, punto. Lui stesso sapeva che non andava fatto».
Ma in un contesto di purezza e innocenza dividere un letto non significa molestare...
«Se un uomo sposato dicesse alla moglie "Ho diviso il letto con una donna in un convegno ma non è successo niente", che direbbe lei?
Io non dico che ci fosse molestia, no. Dico solo che non andava fatto. E vi assicuro che Michael stesso si è abbondantemente pentito di avere fatto un'azione dalle conseguenze comunque catastrofiche per lui».
Ma il desiderio di stare così vicino ai bambini era un modo per ricreare un'infanzia mai avuta?
«Sì. Ma ci sono maniere sane per farlo e maniere malate. Questa era malata. Ma Michael era un essere umano e faceva degli errori.
Il mio lavoro era evitare che ne facesse, anche se era una celebrità... Ma negli anni, credo che abbia iniziato a trovare fastidiose le mie critiche. Non era abituato a sentirsi criticato. Oltretutto, essendo diventato famoso fin da bambino, in un certo senso si era cresciuto da solo».
Per concludere: c'è una domanda che vorrebbe che le venisse fatta, su Michael, ma che nessuno le fa mai?
«Quello che mi colpisce, è che molti fan hanno avuto da ridire sul mio libro, che era qualcosa di voluto fortemente dallo stesso Michael, che voleva farsi sentire. Mentre se prendiamo un documentario come This is it, fatto senza il suo volere con stralci delle sue prove (lui era un perfezionista, non voleva che si vedessero le sue coreografie finché non erano perfette), nessuno ha avuto niente da dire. Quello che mi delude è che chi lo amava davvero (i fan) in realtà non voleva davvero sentire quanto dolore e quanta sofferenza ci fosse nell'uomo».
Al contrario, non era forse amato anche perché si capiva che soffriva, per la maschera di dolore che era il suo viso?
«Ma molta gente questa sofferenza non voleva vederla.
Io, invece, rispetto tremendamente il fatto che lui abbia avuto il coraggio di mostrare il proprio dolore»
«È come se il mondo non volesse ammettere l'umanità di Michael Jackson. Anche il suo funerale è stato trasformato in un grande evento, trattato come un concerto. Michael non è stato pianto come un uomo».
Ecco una delle tante frasi incisive di Shmuley Boteach, ex confidente della pop star, che proprio a lui aveva chiesto dieci anni fa di scrivere un libro in cui svelarsi. Ma sono molti i ricordi e i pensieri espressi dal rabbino nel corso della Michael Jackson European Convention, tenutasi domenica 14 febbraio a Milano: «Michael non si era mai sentito amato, era la pop star più grande del mondo e aveva fatto tutto questo solo per sentirsi amato». Ma anche: «La cosa più importante per lui erano i bambini, e i suoi figli. Il ricordo più bello? La festa del Ringraziamento a casa mia, solo la mia famiglia e lui con i figli Paris e Prince. Guardammo cartoni animati e poi andammo al cinema a vedere Toy Story. Lui non riusciva a smettere di ridere. Come un bambino. Era liberatorio». Infine, «Michael era un'anima bella, delicata» che «Adorava il padre, ne parlava continuamente. Anche se i fan non ci credono. Ma è questo il punto del libro: la forza delle sue parole»...
Il libro è Il libro che Michael Jackson avrebbe voluto farti leggere, un titolo impegnativo per un libro frutto di 30 ore di conversazioni registrate tra agosto 2000 e aprile 2001. Il suo autore dice di avere solo voluto rivelare il Michael Jackson autentico, l'amico genuino e innocente, che però a un certo punto si è allontanato perché non sopportava più le critiche al suo stile di vita. «Ricordo ancora - racconta Boteach - il giorno in cui il suo manager mi allontanò. Mi disse che io volevo farlo diventare una persona normale, mentre Michael era una star proprio perché non era normale».
Era la primavera del 2001 e da allora i rapporti tra i due si interruppero e il libro rimase in sospeso.
Fino alla tragica scomparsa del re del pop. E alla pubblicazione.
Si è mai sentito in colpa per non aver insistito nell'aiutare Michael Jackson?
«Dio solo sa quanto ci ho provato. Quando ho saputo della sua morte, un amico comune subito mi ha scritto dicendomi "Non sentirti male, so quanto ci hai provato".
Michael evidentemente a un certo punto ha realizzato che non poteva fare ciò che gli chiedevo. Quindi quello che provo è dispiacere, perché la sua vita è finita così presto, in modo così tragico. Lui era una persona speciale».
Non ha mai cercato, dopo la vostra rottura nel 2001, di riprendere i rapporti?
«A distanza magari ci mandavamo dei saluti, delle frasi cortesi, ma niente di più. E ormai Michael era circondato da persone che gli davano sempre ragione.
Se penso che se la nostra amicizia fosse proseguita ora lui sarebbe in vita? Certo, ci penso spesso.
Non perché io sia una persona speciale. Sono una persona normale, che gli dava semplici consigli di buon senso. E credo che gli siano serviti. Almeno nei due anni in cui eravamo uniti».
Lei ha parlato moltissimo del rapporto di Michael con i bambini, di quanto lui stesso fosse simile a loro come innocenza. Ma nel libro scrive che lasciava giocare i suoi figli con Michael, Paris e Prince "sotto sorveglianza". Perché?
«Se credo che Michael abbia molestato un bambino? No, non lo credo per un solo istante. Ma Michael ha ammesso di avere diviso il letto con un bambino, una volta. Sono cose che non si fanno, punto. Lui stesso sapeva che non andava fatto».
Ma in un contesto di purezza e innocenza dividere un letto non significa molestare...
«Se un uomo sposato dicesse alla moglie "Ho diviso il letto con una donna in un convegno ma non è successo niente", che direbbe lei?
Io non dico che ci fosse molestia, no. Dico solo che non andava fatto. E vi assicuro che Michael stesso si è abbondantemente pentito di avere fatto un'azione dalle conseguenze comunque catastrofiche per lui».
Ma il desiderio di stare così vicino ai bambini era un modo per ricreare un'infanzia mai avuta?
«Sì. Ma ci sono maniere sane per farlo e maniere malate. Questa era malata. Ma Michael era un essere umano e faceva degli errori.
Il mio lavoro era evitare che ne facesse, anche se era una celebrità... Ma negli anni, credo che abbia iniziato a trovare fastidiose le mie critiche. Non era abituato a sentirsi criticato. Oltretutto, essendo diventato famoso fin da bambino, in un certo senso si era cresciuto da solo».
Per concludere: c'è una domanda che vorrebbe che le venisse fatta, su Michael, ma che nessuno le fa mai?
«Quello che mi colpisce, è che molti fan hanno avuto da ridire sul mio libro, che era qualcosa di voluto fortemente dallo stesso Michael, che voleva farsi sentire. Mentre se prendiamo un documentario come This is it, fatto senza il suo volere con stralci delle sue prove (lui era un perfezionista, non voleva che si vedessero le sue coreografie finché non erano perfette), nessuno ha avuto niente da dire. Quello che mi delude è che chi lo amava davvero (i fan) in realtà non voleva davvero sentire quanto dolore e quanta sofferenza ci fosse nell'uomo».
Al contrario, non era forse amato anche perché si capiva che soffriva, per la maschera di dolore che era il suo viso?
«Ma molta gente questa sofferenza non voleva vederla.
Io, invece, rispetto tremendamente il fatto che lui abbia avuto il coraggio di mostrare il proprio dolore»
Sere_MJ- The Legend
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Data d'iscrizione : 22.02.10
Località : Comacchio
Re: Shmuley Boteach dice di MJ
Scusa la passo nella sezione discussioni
cmq grazie
cmq grazie
** DirtyDianaEle **- Admin
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Data d'iscrizione : 21.02.10
Età : 35
Località : Roma
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Re: Shmuley Boteach dice di MJ
è ovvio che noi non vogliamo vedere il dolore, credo sia una cosa normale...ma se è la verità è giusto che venga detta!
MIKE&JANETpassion!- The Legend
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Data d'iscrizione : 22.02.10
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Re: Shmuley Boteach dice di MJ
MIKE&JANETpassion! ha scritto:è ovvio che noi non vogliamo vedere il dolore, credo sia una cosa normale...ma se è la verità è giusto che venga detta!
si infatti...si sono dette tante bugie che adesso la verità, anche se fa male, è giusto che venga detta!!
** DirtyDianaEle **- Admin
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Data d'iscrizione : 21.02.10
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Località : Roma
Umore : relax
Re: Shmuley Boteach dice di MJ
solo potevano evitare di mentire prima!** DirtyDianaEle ** ha scritto:MIKE&JANETpassion! ha scritto:è ovvio che noi non vogliamo vedere il dolore, credo sia una cosa normale...ma se è la verità è giusto che venga detta!
si infatti...si sono dette tante bugie che adesso la verità, anche se fa male, è giusto che venga detta!!
MIKE&JANETpassion!- The Legend
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Data d'iscrizione : 22.02.10
Età : 26
Località : neverland!
Umore : incompresa
Re: Shmuley Boteach dice di MJ
MIKE&JANETpassion! ha scritto:solo potevano evitare di mentire prima!** DirtyDianaEle ** ha scritto:MIKE&JANETpassion! ha scritto:è ovvio che noi non vogliamo vedere il dolore, credo sia una cosa normale...ma se è la verità è giusto che venga detta!
si infatti...si sono dette tante bugie che adesso la verità, anche se fa male, è giusto che venga detta!!
ma cosi non ci avrebbero guadagnato tutti quei soldi....
** DirtyDianaEle **- Admin
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Data d'iscrizione : 21.02.10
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Località : Roma
Umore : relax
Re: Shmuley Boteach dice di MJ
già...per un momento della mia vita mi ero dimenticata di quanto i soldi possano influenzare una persona...nessuno ha capito che i soldi non fanno la felicità! sempre i soldi i soldi i soldi...solo quello sapevano fare a michael...spillargli soldi!** DirtyDianaEle ** ha scritto:MIKE&JANETpassion! ha scritto:solo potevano evitare di mentire prima!** DirtyDianaEle ** ha scritto:MIKE&JANETpassion! ha scritto:è ovvio che noi non vogliamo vedere il dolore, credo sia una cosa normale...ma se è la verità è giusto che venga detta!
si infatti...si sono dette tante bugie che adesso la verità, anche se fa male, è giusto che venga detta!!
ma cosi non ci avrebbero guadagnato tutti quei soldi....
MIKE&JANETpassion!- The Legend
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Umore : incompresa
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